Cos’è la dismorfofobia e quali sono i sintomi? Scopriamo cause e origini di questo malessere invisibile
Perché mi vedo così brutta oggi?
Molti di noi hanno quelli che pensiamo siano difetti nel nostro aspetto, ma quando hai la dismorfofobia la tua reazione a questo “difetto” potrebbe diventare schiacciante.
Ciao sono Monia, sono una truccatrice e una creatrice di contenuti come questo in cui incoraggio le persone a praticare routine di bellezza più semplici, funzionali e consapevoli.
Sembra una coincidenza assurda, sto scrivendo questo articolo da giorni quando il programma “Le Iene” lo scorso martedì manda un servizio sulla dismorfofobia (la paura di essere brutti).
Credo ai segni del destino e questo l’ho interpretato come un segno: devo chiudere questo articolo al più presto. Ed eccomi qui seduta alla mia scrivania a cercare le parole giuste per parlarne.
Comunque è sempre così che mi presento a chi si appresta a leggere i miei articoli.
È vero che incoraggio le persone a praticare routine di bellezza più semplici, solo che queste parole oggi sembrano stare particolarmente bene su questo schermo.
L’illusione della perfezione e la paura di essere brutti
Chi non l’ha affrontata almeno una volta nella vita?
Tutti attraversiamo dei periodi difficili in cui ci vediamo brutti e se da un lato c’è chi riesce a superare il momento facendosi una maschera viso, dall’altro c’è chi è più vulnerabile e si lascia sopraffare dalle insicurezze.
E quest’ultimo è proprio il motivo per cui esiste il mio blog. Forse un giorno troverò le parole per approfondire questa parte della storia.
Scrivere per incoraggiare la mia community a sentirsi autenticamente belli è una terapia anche per me.
Adesso voglio subito partire con questo articolo perché ci sono tante cose da dire.
Conosceremo meglio questo malessere invisibile a cui bisogna dare voce prima che diventi un macigno della società.
Dopodiché vorrei condividere delle riflessioni personali con te perché a mio parere c’è una causa che più delle altre sta a monte del problema.
Proprio la settimana scorsa abbiamo condiviso un articolo sulla ‘bellezza consapevole’ che ci aiuta a distruggere la pressione psicologica creata dall’industria cosmetica.
Se ti va puoi leggerlo più tardi → Bellezza Consapevole: la beauty routine si fa più etica
È arrivato il momento di approfondire la dismorfia corporea.
1. Cos’è la dismorfia corporea o dismorfofobia
“Ti concentri intensamente sul tuo aspetto e sulla tua immagine corporea controllandoti ripetutamente allo specchio, curandoti o cercando rassicurazioni.
A volte lo fai per molte ore al giorno, pensi continuamente a come potresti risolvere quel problema.
Fai paragoni con altre persone e pensi di essere brutta/brutto rispetto agli altri. Ci ripensi continuamente.
In alcuni giorni preferisci evitare gli specchi. Non partecipi nemmeno alle attività sociali, non ti vuoi mostrare, probabilmente perché ti senti impacciato e ansioso del giudizio altrui.”
Tutto questo fa parte della dismorfofobia detta anche dismorfia corporea(Body Dismorphic Disorder), una condizione di salute mentale che rientra tra i disturbi ossessivo-compulsivi.
Un disturbo ossessivo compulsivo è una condizione in cui una persona non riesce a controllare le proprie ossessioni, che in questo caso riguardano difetti del proprio aspetto che non esistono o che sono molto lievi.
Queste ossessioni portano ad abitudini compulsive che possono essere ad esempio: il guardarsi allo specchio tutto il tempo, stuzzicarsi la pelle o cercare di abbellirsi in continuazione.
Il dismorfismo corporeo può interessare qualsiasi parte del corpo, tuttavia alcune statistiche dimostrano che la preoccupazione si concentra di solito sul volto (Phillips KA et al., 2006).
Questa riguarda:
- Naso
- Pelle (rughe, acne e altri inestetismi)
- Occhi
- Denti
- Labbra
Capelli, come aspetto, diradamento e calvizie
E poi in casi meno frequenti le preoccupazioni possono riguardare:
- Dimensioni del seno
- Dimensione del corpo
Tono muscolare - Genitali
A questo punto potresti già aver pensato di rientrare nella diagnosi. Vero?
Dopotutto ognuno di noi ha pensato di avere un naso brutto, delle labbra troppo piccole o una pelle ricca di inestetismi, ma aver avuto qualche calo di autostima non è sintomo di dismorfofobia.
La dismorfofobia non è un disturbo occasionale.
Persevera, è un pensiero ossessivo che non abbandona mai la mente e tende a diventare sempre più grave se non viene curato in tempo.
Come puoi capire se stai attraversando un periodo di bassa autostima o se si tratta dei primi sintomi di un disturbo psicologico?
1.1 Come capire se si ha la dismorfofobia
Avere la dismorfofobia non significa essere vanitosi o semplicemente specchiarsi per controllare se si è apposto.
Tutti abbiamo il desiderio di apparire attraenti agli occhi degli altri e questo è un bisogno primordiale.
Si parla di dismorfofobia quando si è convinti del fatto che il problema derivi da un grave difetto estetico, ma in realtà il malessere deriva da una percezione sbagliata di se stessi.
Proprio per questo motivo non si trae alcun beneficio dai complimenti né da tutti i tentativi per migliorare il proprio aspetto.
” Non si trae alcun beneficio dai complimenti né da tutti i tentativi per migliorare il proprio aspetto”
La maggior parte delle persone che hanno questi pensieri negativi ricorrerebbero, o ricorrono senza esitazione, a procedure cosmetiche per cercare di “aggiustare il difetto”.
In seguito, si prova una temporanea soddisfazione o una riduzione del disagio, ma tutte le volte l’ansia ritorna e e si cercano altri modi per correggere il difetto percepito.
Tutti i tentativi di modificare il proprio aspetto diventano vani e si vive in un costante senso di frustrazione e preoccupazione. Ovviamente questo accade senza alcuna ragione solida.
Scommetto che già adesso stai cominciando a capire la gravità della situazione e che non si tratta di semplici capricci o di un momentaneo down emotivo.
Rivediamo nelle righe successive tutti quelli che possono essere gli ipotetici sintomi della dismorfia corporea.
Sintomi della dismorfia corporea:
- Ti preoccupi molto di una specifica area del tuo corpo (in particolare del tuo viso)
- Passi molto tempo a confrontare il tuo aspetto con quello di altre persone
- Ti guardi spesso allo specchio o eviti del tutto gli specchi
- Fai molti sforzi per nascondere i difetti, ad esempio trascorrendo molto tempo a pettinarti, truccarti o scegliere i vestiti
- Tendi la tua pelle per renderla più “liscia”
Non credi alle altre persone quando dicono che stai bene - Eviti le attività sociali
- Eviti di uscire di casa, soprattutto di giorno (nelle forme più gravi)
Ti sottoponi a interventi di chirurgia plastica non necessari o pensi costantemente di volerlo fare
Questi sono i sintomi più frequenti ma presta molta attenzione a fare un’autodiagnosi.
Avere uno o alcuni di questi sintomi non è necessariamente segno che tu sia in una situazione di pericolo.
1.2 Come si previene o cura il dismorfismo corporeo?
In caso di dismorfismo corporeo si è riluttanti a discutere i sintomi e per lo più delle volte non si riceve una corretta diagnosi per questo motivo.
Il disturbo da dismorfismo corporeo inizia tipicamente nei primi anni dell’adolescenza oppure in età matura con la prima comparsa dei segni di invecchiamento.
Colpisce sia femmine che maschi.
Il modo migliore per evitare che diventi un problema più serio è identificarlo presto perché tende a peggiorare con l’età.
Ricorda che la chirurgia plastica per correggere quello che si reputa un difetto corporeo in questo caso non aiuta.
Il primo passo è sempre raccontarsi con qualcuno.
Prendere coscienza di varie situazioni è già un grande miglioramento che potrebbe condurre ad un percorso di felicità.
Una terapia efficace è prendersi cura degli altri.
Aiutare chi è in difficoltà, fare volontariato e vivere esperienze spirituali (non per forza religiose) ti porta ad avere una visione della vita completamente diversa.
In pratica la vita stessa ti aiuta a spostare le priorità: se prima erano focalizzate sul tuo aspetto, ora cominciano a focalizzarsi su valori più importanti.
Se questo non è abbastanza, la soluzione è affidarsi ad un professionista che possa seguire il percorso.
In genere la terapia cognitivo comportamentale è quella più efficace perché permette di sostituire schemi di pensiero negativi con pensieri positivi.
1.3 Quali sono le principali cause del dismorfismo? Fattori di rischio
Si ritiene che la dismorfia derivi da una combinazione di fattori ambientali, psicologici e biologici.
Tra i fattori di rischio ci sono:
- Avere parenti di sangue con disturbo di dismorfismo corporeo o disturbo ossessivo-compulsivo
- Esperienze di vita negative, come bullismo, abbandono o abuso durante l’infanzia
- Alcuni tratti della personalità, come il perfezionismo
Esperienza di eventi traumatici o conflitti emotivi durante l’infanzia - Bassa autostima
- Genitori e altri che erano critici nei confronti dell’aspetto della persona
- Pressione sociale e aspettative di bellezza
- La pressione dei coetanei e di una società che identifica l’aspetto fisico con il valore
Personalmente mi soffermerei su questi ultimi punti che secondo me rappresentano la causa scatenante di tutti gli altri fattori (o almeno della maggior parte).
Il mio pensiero sulla pressione che applica l’industria della bellezza
Non è un segreto che io condanni l’industria cosmetica per la realtà distorta che ha creato attorno a noi.
Sono una truccatrice e da me ci si aspetterebbe tutto l’opposto, ma io sono così perché credo nel make-up come strumento di valorizzazione e non di trasformazione.
Ma sai cos’altro non è un un mistero?
Che l’industria cosmetica giochi sulle insicurezze delle persone (soprattutto delle donne) per guadagnare. E questo mi fa davvero incazzare.
Starai pensando che il marketing è sempre stato poco etico nei nostri confronti. Vero?
È vero, alcuni possono ricordare il marketing “disperato ed immorale” degli anni 60′ incentrato sull’arricchimento senza scrupoli. All’epoca ogni settore ne era coinvolto.
Ti basta pensare che le sigarette venivano pubblicizzate come sane e sicure.
Oggi il mondo del trucco si porta ancora dietro quell’ombra di immoralità e ci inganna a un livello ancora più profondo.
Ora ci convincono a comprare non solo prodotti per nascondere presunti difetti, ma anche centinaia di varietà di prodotti tutti simili tra loro, puntando sul fatto che il makeup sia divertente ed empowering.
Si. Così si dice adesso.
Come se il potere della donna fosse legato alla varietà di trucchi che possiede. O al fatto stesso che si trucca.
Ma ditemi: esattamente, che dimostrazione di potere sarebbe comprare lo stesso rossetto in dodici diverse colorazioni?
Così il sistema ci invita a spendere sempre più soldi per trucchi che ci dimentichiamo anche di avere.
Da forte sostenitrice delle routine minimaliste penso che a questo punto deve cambiare il nostro modo di vivere il makeup o comunque il mondo della cosmetica in generale.
Lo dovremmo vivere come uno strumento per valorizzarci e invece a volte diventa uno sfogo delle nostre ossessioni di accumulo o un’imposizione della società che ci vuole “perfette” a tutti i costi.
Questa crescente pressione su come dovremmo apparire ci fa stare male, non possiamo negarlo.
Ciglia finte, sopracciglia tatuate, unghie ricostruite, filler per le labbra, tutti questi trattamenti sono diventati necessari. Per tutti.
E se non lo fai sei strana, sei quella che non si cura abbastanza.
Ti rendi conto?
Studi recenti hanno rivelato quanto questo eccesso stia colpendo psicologicamente le ragazze in giovane età.
Il sondaggio riporta che il 47% delle ragazze di età compresa tra 11 e 21 anni afferma che il loro aspetto “le trattiene”. Mentre il 69% delle bambine di età compresa tra 7 e 11 anni si sente come se non fossero abbastanza brave.
Ci propongono così tante versioni della perfezione che ora vediamo le nostre belle realtà umane come incomplete e inferiori. Persino da bambine.
E sebbene la maggior parte di noi comprenda concettualmente che non sono reali, quelle immagini influenzano il nostro concetto di realtà. Disturbi come la dismorfofobia lo dimostrano.
L’idea di perfezione comincia a diventare seriamente pericolosa.
Ma la perfezione è un’illusione in ogni senso della parola.
Oggi tutte le aziende, soprattutto quelle cosmetiche, hanno trasferito la propria pubblicità sui social.
Gli influencer giocano un ruolo molto importante per le vendite, tuttavia loro sono i primi a vivere in una dimensione distorta.
Quello che i fan non vedono dietro un semplice video tutorial è che sotto tonnellate di trucco di cui i ‘beauty guru’ amano ricoprirsi, si nasconde un mondo di invidia per il prossimo. Una competizione feroce tra chi si aggiudica la collaborazione migliore e chi fa più soldi con i codici sconto.
Da quando è nato YouTube, gli influencer dettano le leggi del mercato, i trend del momento. Decidono loro se distruggere o gonfiare la reputazione di un brand, anche senza alcuna qualifica nel settore cosmetico.
Spingono in continuazione a comprare un’enorme quantità di prodotti di cui le persone non hanno assolutamente bisogno.
Ovviamente d’altra parte sarebbe sbagliato affermare che non ci sono benefici nella cura estetica.
Sappiamo che ci sono vantaggi, che sperimentiamo dei benefici dalla cura del corpo. Non a caso da sempre sostengo che il tocco di bellezza sia una forma di cura e connessione con se stessi.
Altrimenti non terrei questo blog.
Ciò che non dobbiamo permettere però è che questa preziosa forma di connessione venga trasformata in ossessione per il nostro aspetto.
Se continuiamo sulla traiettoria attuale in cui modificare l’aspetto non è più per ambire alla “perfezione” ma per ambire alla normalità, il futuro per tutti noi sarà davvero cupo.
Il mondo è pieno di persone che cercano di essere esteticamente perfette.
Tuttavia questo mondo non ha bisogno di persone più belle, ha bisogno di persone più buone.
Persone uniche, pensatori laterali, visionari, persone con idee costruttive che possano rimediare ad anni di errori umani.
La vita ha tanto da offrire, è colorata, selvaggia, varia, imprevedibile e unica, ma mai perfetta. E questo va bene.
Ciò che ti auguro nella vita è di essere una persona buona.
Grazie di aver letto queste parole, se puoi condividile con il resto del mondo.
Un bacio, Monia.