La società della (finta) perfezione


In quegli anni la chirurgia estetica stava determinando
specifici canoni di bellezza ai quali la gente sentiva il bisogno di aderire per essere accettati dalla società.

Con il passare degli anni la tendenza a questa “finta perfezione” si è radicata e ha espanso le sue radici fino al punto in cui tutto ciò che era normale
si è trasformato in qualcosa di cui vergognarsi.

Il fatto di vedere una mandria di persone correre verso la stessa direzione mi ha portato a sviluppare una visione tutta mia legata al mondo della bellezza.

Crescendo ho maturato sempre più l’idea di allontanarmi dagli stereotipi, non come forma di ribellione ma bensì come una ricerca di autenticità.

Il mondo della bellezza per me ha sempre avuto un ruolo fondamentale, dopotutto sentirsi belli, apprezzarsi e amare se stessi è uno dei desideri primordiali dell’uomo
e molto probabilmente fa parte di uno dei tanti segreti per essere “felici”.

Tuttavia questo non può accadere quando la bellezza viene pre confezionata e venduta dalla società con canoni da rispettare.

Ho cominciato così a effettuare un percorso di liberazione

Ho trascinato la mia arte nel mondo della bellezza diventando truccatrice e sostenitrice della “slow beauty” che consiste nell’usare pochi prodotti ma i
migliori per ridurre gli sprechi.

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