A un certo punto della mia vita ho seriamente iniziato a dubitare del fatto che avrei trovato il mio ruolo in questo mondo caotico.

Ti è mai capitato di pensare: Cosa ci faccio qui? Questo non è il mio posto.

Te lo confesso, a me è capitato più volte nel corso della mia vita, ma di questo ne parleremo tra poco, se ti va di approfondire la storia.

Volevo essere una truccatrice e incoraggiare le persone a piacersi nella propria pelle

L’ultima volta che mi sono sentita inadeguata ero nell’aula di un’accademia di make-up.

Strano vero?

Beh suonava strano anche a me.

Quello che credevo essere il mio ambiente naturale, si è rivelato quasi un incubo.

Pensavo che andando in un’accademia avrei migliorato le mie abilità e invece ho scoperto tutto ciò che non volevo assolutamente essere.

Volevano insegnarmi a trasformare un volto, ma questo era tutto ciò da cui volevo scappare.

Monia, ma allora perché hai scelto la strada della truccatrice?

Confesso, me lo sono chiesta anche io a un certo punto.

Mi imbarazza ammetterlo ma, la mia tendenza al trucco naturale mi ha portato a chiedermi:

Posso essere una brava truccatrice se non amo trasformare un volto?

E ti dirò che la mia domanda non ha avuto risposta finché non ho scoperto che ciò che mi faceva sentire così diversa in realtà esisteva e aveva un nome: MINIMALISMO o per meglio dire Skinimalism.

A quel punto una risposta me la sono data e mi sono detta:

Ho scelto questa strada perché voglio far capire alle persone che non hanno bisogno di troppo trucco per piacersi.

Il mio sogno era aiutare le persone a sentirsi al meglio nella propria pelle e dimostrare loro che questo poteva accadere senza ricorrere alla trasformazione.

Questo non faceva di me solo una truccatrice ma una persona con l’obiettivo di incoraggiare tutti (compresa me stessa) ad amarsi e combattere contro gli stereotipi di bellezza imposti dalla società.